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Le opere edite in lingua spagnola a Napoli fra Rinascimento e Barocco sono la testimonianza più illustre sul bilinguismo diffuso in certe aree sociali lungo i due secoli in cui il Regno formò parte della Corona di Spagna (1503-1707). Infatti, essendo la produzione regnicola a stampa destinata in buona parte a un mercato interno, il corpus in castigliano (oltre 300 edizioni localizzate finora) costituisce una indicazione preziosa sull'esistenza di un pubblico autoctono interessato alla fruizione letteraria in quella lingua. Ma le stampe napoletane ispaniche trovavano diffusione anche in altri territori di lingua castigliana, favorendo così l'integrazione del Regno di Napoli nel complesso organismo politico della Monarchia Cattolica. Il volume accoglie saggi su alcune delle principali opere in lingua spagnola stampate a Napoli nel Cinquecento (il teatro di Bartolomé Torres Naharro, 1517, la storiografia di Pedro de Salazar, 1552) e nel Seicento (il "Pusilipo" e la "Espana defendida" di Suarez de Figueroa, il trattato "Los incendios" di Francisco de Alegria dedicato all'eruzione del Vesuvio del 1631, le opere di Antonio Perez Navarrete edite a Trani, la poesia epitalamica gongorina di Salcedo Coronel, la "Historia" di Araujo sulla conquista turca di Otranto, il poema epico "El Macabeo" del medico ebreo Miguel de Silveira).