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Una canzone, due epoche, due facce di Napoli. La vita al tempo del dopoguerra: contrabbando, prostituzione, 'segnorine' e sciuscià. Le radici della nuova camorra. I soldati alleati nei quartieri popolari, in cerca di emozioni non letali. Una città in macerazione, descritta da scrittori e giornalisti, mentre nel Paese si consumano gli ultimi lampi del conflitto mondiale. Eppure Zazà, prima marcetta non bellicosa dopo anni di squilli guerreschi, riporta un filo di speranza, con l'intonazione lucidamente ironica di Nino Taranto. Gli anni che seguono, tra ricostruzione e malaffare, laurismo e post-laurismo, sfociano a Napoli come altrove nella delusione di un mancato rinnovamento. E Zazà torna con la voce dolente e surreale di Gabriella Ferri, un singhiozzo amaro che chiude un'altra epoca cruciale. Prefazione di Renzo Arbore.