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Un uomo cammina su un marciapiedi in una controra assolata. L'uomo è attratto dalla strada. Le crepe, le cicche, i tappi di bottiglie ingoiati come fossili, i dislivelli del cammino, la ragnatela come di vetro fratturato che si apre nell'asfalto. Dove sta andando? In nessun luogo, non c'è più un luogo vero dove quell'uomo possa andare, perché lui sta andando qui. È cosi che si muove il protagonista dei "Racconti di qui", un uomo risucchiato dal mondo e convinto che prestando più attenzione alle cose esse finiranno per rivelargli il loro segreto [...] e le racconta come se narrasse la vita di un personaggio fatto di asfalto, cemento, fogne, pontili, facciate, crepe, discariche, buche, piazze, sabbie, vie, vicoli, mare: inseguendo nella fisionomia delle cose ferite che gridano quella verità che le fisionomie umane ammutolite o complici tacciono.