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Alexandre Dumas, grazie alle esperienze maturate al seguito di Garibaldi, che lo nominò sovrintendente delle belle arti e direttore degli scavi di Pompei, ebbe modo di soggiornare a Napoli tre anni e mezzo e di conoscere i segreti di una città di cui lo soggiogavano i colori, i sapori e la prodigiosa vitalità. Da questa familiarità con la società dei palazzi signorili e la feccia dei bassifondi, trasse i suoi due ultimi capolavori: "Le confessioni di una favorita" e "La Sanfelice". Questi due romanzi hanno per oggetto la stessa epoca e mettono in scena gli stessi personaggi ma, mentre "La Sanfelice" è un romanzo storico, "Le confessioni di una favorita" segnano una sorta di rivoluzione nelle abitudini di Dumas, dando la parola all'eroina.