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L'autore ci consegna la cronaca del suo pellegrinaggio sulle orme di diversi scrittori dell'Ottocento e del Novecento, che sono stati stregati dal fascino del deserto. Il testo, oltre a essere un resoconto di viaggio, un pellegrinaggio letterario, un'ulteriore denuncia degli orrori del colonialismo, è, a tratti, una confessione autobiografica. Il viaggio di Lindqvist dal Marocco all'Algeria, attraverso il Sahara occidentale, fa riaffiorare nell'autore i ricordi d'infanzia e di adolescenza in Svezia, e gli dà l'occasione per rievocare, fra gli altri, Saint-Exupéry, pilota nella guarnigione francese di Smara nel 1927, Isabelle Eberhardt, che attraversò il Sahara travestita da uomo, e André Gide.