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"Nelle prime letture e riletture cercavo di trovare un filo d'Arianna che mi permettesse di uscire dal tuo labirinto verso la luce, di trovare la chiave che aprisse i tuoi versi, ma mi sono poi accorto che stando nel tuo dedalo passa la voglia di lasciarlo. Mi ci sono aggirato volentieri e sistemato, ritrovando di testo in testo le tante facce del tuo pur compatto poliedro di scrittore impegnato, di incorreggibile innamorato delle parole e delle cose, di 'eterno imperfetto' in costante ricerca, di raffinato uomo colto che non ha scordato il profumo del fieno. E nelle tue poesie il lettore finisce per scoprire anche un po' di se stesso, come in certi labirinti di specchi dei vecchi luna park. Anche questo mi pare un effetto che solo gli scrittori veri sanno produrre. Niente distacco critico, dunque, caro amico, ma naturale empatia." (dall'introduzione di Piero Gibellini