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Negli anni Sessanta e Settanta, Visconti persegue con coerenza la trasgressione che ne ha sempre caratterizzato il lavoro, soprattutto attraverso la rappresentazione di sessualità eterodosse e di maschilità alternative. Tuttavia, la rapida trasformazione della società, della cultura, delle ideologie e del cinema stesso determina un mutamento radicale nei discorsi che circondano i film compresi fra "Il Gattopardo" e "L'innocente". Gli scandali che avevano coronato di successo le precedenti provocazioni di Visconti lasciano ora spazio a consensi culturalmente problematici o viceversa a incomprensioni che banalizzano la complessità dei problemi sollevati dalle rappresentazioni del regista, nonché il loro potenziale eversivo. Facendo ricorso a un'ampia documentazione inedita reperita presso numerosi archivi e in buona parte mai presa in considerazione prima, questo studio affianca l'analisi filmica con un esame filologico degli avantesti per ripensare alcuni dei film più fraintesi di Visconti, a partire da un aspetto - la rappresentazione dell'eros - di cui si vuole mettere in luce il ruolo nevralgico tanto nella poetica dell'autore quanto nelle reazioni che hanno suscitato i suoi lavori.