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Sin è la storia di una sfrenata corsa verso la celebrità. È il racconto di giovani ragazzi dal talento istintivo determinati a raggiungere la gloria. Tutto ha inizio con l'incontro tra la chitarra del protagonista ed Excel, bassista punk fuori dagli schemi. I due saranno la spina dorsale del gruppo rock Starlight Machine e ognuno di loro sacrificherà e rinuncerà a qualcosa; amore, amicizia, affetti, integrità, pur di conquistare il suo spazio sotto i riflettori del palcoscenico. Il rock come malattia. Il successo e tutto ciò che esso implica come unico obiettivo. Questo, in poche parole, è Sin. Il romanzo non va letto, ma ascoltato. Perché il linguaggio che ci guida attraverso questa parabola è quello universale della musica. Gli stereotipi ci sono tutti, ma la "condanna" di Sin sta nella piena, estrema e avvilente coscienza del déjà vu, nell'impossibilità di elevarsi al di là di esso, di creare una "vera" identità, nell'inarrestabile avverarsi di un fallimento annunciato. Sin è la parte peggiore, eppure così viva e sensuale, di ognuno di noi.