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L'autrice ricostruisce il profilo del suo antenato Napoleone Leumann, artefice del Villaggio operaio di Collegno conosciuto come Borgata Leumann. Avvalendosi dei racconti del nonno Federico, della collaborazione di Fausta Riva, colonna dell'Associazione Amici della Scuola Leumann, e soprattutto di una grande quantità di documenti scritti e iconografici inediti, provenienti dagli archivi storici e fotografici dei famigliari, l'autrice cerca di far conoscere la storia della sua famiglia, di far sapere cosa la portò ad abbandonare la Svizzera per l'Italia, di far capire l'origine del settore tessile e in particolare di rendere nota la figura di Napoleone, uomo coraggioso, concreto, così fedele ai suoi credi che rifiutò il titolo nobiliare di conte e la nomina di senatore a vita per restare cittadino svizzero, repubblicano e di credo evangelico. Il suo più grande merito fu non solo quello di avere l'intuizione e la grande capacità di realizzare più di un secolo fa un disegno di così alta filantropia industriale quale fu il Villaggio, bensì quello di occuparsi con ogni mezzo, senza alcun tornaconto, dei derelitti, dei più disagiati, di chi, non avendo nessuno, viveva ai margini della società torinese, costruendo e insegnando loro il modo di crearsi una vita dignitosa, da poter tramandare ai figli. Nella seconda parte del volume Renzo Miglio ha provveduto a raccontare attraverso 108 fotografie a colori e in bianco e nero la storia della Borgata ancora oggi viva e vitale.