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L'arte preistorica rappresenta il momento aurorale di ciò che, con Hegel, possiamo chiamare "seconda natura": il mondo delle oggettivazioni dello spirito che strutturano la nostra vita sociale, etica e politica, delle istituzioni che danno forma alla vita umana, a partire dalla rappresentazione della realtà e dalle produzioni della tecnica, fino alle contemporanee tecnologie digitali. La domanda che questo libro pone è come sia stato possibile il passaggio a questa secondarietà e che cosa essa significhi, ovvero: com'è possibile il due e come si deve intendere questa duplicazione? Diversamente da quanto accade nei vari monismi e naturalismi che percorrono la scena filosofica contemporanea, che tendono a obliterare ogni forma di dualità, quel che qui si sostiene è che un certo dualismo è in fondo imprescindibile. Un dualismo non sostanziale ma modale: quello che produce la differenza tra fatto e significato, realtà e idea, attualità e possibilità, prima e seconda natura.