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«La concezione del mondo nei Greci, nel Rinascimento e nella fisica classica fino ai tempi più recenti è dunque quella di una natura statica e costante... siffatta concezione del mondo subisce un radicale mutamento con Freud e Einstein. Col concetto di "inconscio" e quello di "relatività" la realtà diviene fondamentalmente mutevole e soggetta a trasformazione, sì che non la si può cogliere mai interamente e completamente. L'oggetto di conoscenza, di converso, non è più considerato come indipendente dal soggetto che lo conosce, bensì come il prodotto di un'intima relazione tra lo scienziato è il fatto osservato...»