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Un interrogativo cruciale, oggi che diversi studiosi ipotizzano prossima la fine dei sistemi scolastici in vari paesi del mondo. Il cuore della questione sta nel trovare il giusto equilibrio su due aspetti fondamentali: che cosa devono imparare le persone, prioritariamente i ragazzi e i giovani, e come ciò possa avvenire meglio. Il che cosa lo afferma la prima parte della Carta Costituzionale nell'indicare la Repubblica come garante di questo diritto per tutti. Il come lo propongono le sollecitazioni della didattica e della pedagogia. E allora la vera riforma del sistema scolastico non sta nella modifica degli ordinamenti, sterile scorciatoia percorsa spesso dalla politica, ma piuttosto nel garantire la qualità dell'insegnamento. È tempo di avere una scuola "aperta", disponibile ad aggiornare il concetto di pubblico e a stabilire un nuovo rapporto tra scuola e formazione professionale. Urge un grande patto con gli insegnanti riconoscendo la loro fondamentale funzione per assicurare lo sviluppo sociale, economico e democratico del Paese.