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La questione del ruolo pubblico della filosofia è ritornata di attualità negli ultimi tempi. Uscita dal territorio riservato della filosofia politica, tale questione assume una rilevanza più fondamentale e diviene un modo per esplorare la vocazione stessa della filosofia, prima ancora che per ordinare la società. Questo libro è la sedimentazione scritta di un dibattito tra quattro affermati studiosi e quattro giovani ricercatori, svoltosi all'interno delle proposte di ricerca che periodicamente la Scuola di Alta Formazione Filosofica di Torino offre. Emerge forte e convergente la rivendicazione di un ruolo radicale, rigoroso e non semplicemente funzionale, della filosofia, pur nella varietà delle prospettive teoriche. È proprio il ricorso al tema dello spazio pubblico a fornire condizioni privilegiate per un ripensamento delle funzioni della filosofia. Abbandonata l'ipotesi che essa abbia il compito di una descrizione del mondo ideale, risulta però obsoleta anche l'ipotesi, opposta e complementare, che riduce il ruolo della filosofia a razionalizzazione sistematica dell'esistente. La filosofia che pensa il politico non si limita a descrivere i suoi meccanismi di funzionamento concreto quanto piuttosto immagina una sfera culturale in cui l'organizzazione della società possa riconoscersi. Pensa un progetto di convivenza e non si limita a registrare la convivenza che già c'è.