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Nel 2008 il Cardinale Dionigi Tettamanzi, allora Arcivescovo di Milano, arricchì la Biblioteca Ambrosiana, prossima a compiere quattro secoli di storia, dell'Accademia Ambrosiana. Essa nacque - con le sue sette Classi di ricerca: Studi Borromaici, Studi Ambrosiani, Slavistica, Italianistica, Studi del Vicino e dell'Estremo Oriente, Studi Greci e Latini - per promuovere in modo coordinato e sistematico ricerche e pubblicazioni di carattere scientifico originate dal confronto, dal dialogo e dallo scambio a livello internazionale tra gli studiosi delle discipline in essa coltivate. Nel 2009 iniziò le sue attività la Classe di Slavistica, il cui campo di studio è appunto - quello della Slavistica intesa in senso ampio, ovvero senza privilegiare un filone "nazionale", bensì mantenendo la possibilità di indagare nello spazio (Oriente e Occidente slavo) e nel tempo (Medioevo ed Evo moderno). Specifico della Classe è poi il riferimento alla Biblioteca Ambrosiana, vista non solo come "deposito" di materiali di ambito slavistico, ma piuttosto come "sistema culturale integrato": essa stessa, infatti, con il trascorrere degli anni è divenuta "generatrice di storia", nella continua ricerca di un equilibrio tra la propria identità ambrosiana (in senso locale, ecclesiale, patristico e letterario) e l'apertura alle culture non latine che volle a lei connaturata il suo Fondatore, Federico Borromeo; e si propone oggi come luogo di studio e punto di incontro tra gli studiosi...