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Nella Roma shakespeariana la Storia incontra il teatro e i suoi artifici con esiti sorprendenti. Le letture dei drammi romani offrono ad Hazlitt l'occasione per riconoscere al talento di Shakespeare doti insuperate: "Era come se il suo genio si intonasse con la storia come con la natura e potesse valersi di entrambe a suo piacimento". Così, nei saggi dedicati a Giulio Cesare, Coriolano e Antonio e Cleopatra, il critico racconta come il drammaturgo, esperto di storia e affari di stato, sia abile nel rendere la poesia strumento della storia, mescolando con grande maestria la verità storica all'effetto drammatico.