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"La poesia esiste, non si cerca: si trova. Dimora anche in luoghi e persone sommerse. Può essere scoperchiata improvvisamente, non come tesoro archeologico, ma come creato vivente da ridistribuire alla comunità. Come nutrimento e energia corrente. Per presentare Carmela Pedone nella sua opera è necessario essere onesti, dichiarando immediatamente le sue tragiche coordinate, la sua rosa dei venti, il suo cuneo igneo incastonato in fronte. Tutto questo per entrare nel gheriglio e coglierlo con mani stemperate, limpide, senza incantamenti sentimentali e morbosità sublimate, come troppo spesso accade nell'orbita della follia geniale". (Dall'introduzione di Anna Maria Farabbi)