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Per lungo tempo si è pensato che i libri biblici, essendo il prodotto di tradizioni orali raccolte bene o male da un redattore finale poco preoccupato della loro disposizione, fossero una specie di patchwork. ormai sempre più numerosi sono gli esegesi che constatano che questi testi sono composti e composti bene. Ma bisogna valutarli secondo il metro di valutazione della tradizione letteraria specifica alla quale appartengono. Essi infatti rientrano nel campo non della retorica classica greco-latina, ma della retorica semitica, le cui leggi oggi sono sempre meglio conosciute. Diversi autori si erano concentrati sulla composizione del secondo vangelo: sopratutto Jean Rademakers, Benoit Standaert e Bastian van iersel. Il loro lavoro pioneristico meritava di essere ripreso, con una metodologia più rigorosa, ormai ben ridata: l'analisi retorica semitica.