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La domanda fondamentale della ricerca si muove attorno alla relazione tra arte, verità e essere, segnalando la natura metafisica del discorso. Questo fatto è sottolineato in quanto l'arte, in ambito filosofico, è di solito trattata in un contesto estetico, ma i due autori scelti vedono nell'arte un legame intrinseco al problema dell'essere, riconoscendo il suo valore anche nell'orizzonte metafisico. Heidegger e Merleau-Ponty avvertono la necessità di superare l'estetica e di svelare le possibilità ontologiche dell'arte, compiendo così una sua "riabilitazione ontologica", mostrando la sua intima correlatività alla questione dell'Essere e con quella della verità. Il vero senso dell'arte non nasce al di fuori di questo contesto ontologico, ed è proprio questo il motivo per cui la riabilitazione ontologica è diventata necessaria: al punto che si potrebbe affermare che l'estetica conduce l'arte fuori della sua vera essenza. L'arte è, di natura sua, ontologica. Si tratta quindi di un tema assai speciale, che già a prima vista dà luogo a diverse domande. Accettando la sfida della crisi della metafisica nell'età contemporanea, è possibile salvaguardare la questione dell'Essere a partire dall'ambito non-filosofico dell'arte (che condivide in qualche modo il compito della metafisica circa la verità dell'Essere)? Cosa offre l'arte alla filosofia a proposito della questione dell'Essere? Quale verità si esprime in essa?