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Un fitto mistero avvolge ancora oggi la figura di William Shakespeare e ha fatto ipotizzare diverse paternità delle sue opere: si fanno i nomi di Francis Bacon, Christopher Marlowe, Henry Neville, Edward de Vere 17° conte di Oxford, John Florio, Micheal Agnolo Florio, Michelangelo Florio Crollalanza o Scrollalanza. Si aggiunga l'elevato livello culturale della produzione letteraria del Bardo, un ricchissimo vocabolario di 29.000 parole diverse, la profonda conoscenza dell'inglese oltre che della politica e della giurisprudenza, conoscenze che riesce difficile credere facessero parte del bagaglio culturale di un borghese attore-uomo d'affari, non fornito di una spiccata e particolare istruzione (non esistono registri di ammissione o di frequenza che testimonino di lui in alcuna scuola secondaria, college o università). Questo libro intende dare un contributo per una riflessione su alcuni aspetti, ancora oscuri, della vita e delle opere del Bardo, fermo restando che la sua grandezza , chiunque possa essere stato, non è minimamente scalfita: rimane (ed è ciò che conta) la sua immensa produzione letteraria che ne ha fatto il più grande drammaturgo di tutti i tempi.