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"Come Lovecraft scriveva l'orrore alieno?" A tale seminale quesito di Gianfranco de Turris intende rispondere il presente lavoro: un ampio saggio critico sulla lingua, le tecniche narrative e la filosofia del più grande autore horror di ogni tempo, HPL, capace di proiettare l'umano in un mostruoso e potenzialmente infinito cosmo letterario. Le risposte suggeriscono una filosofia dell'orrore che rifonda la realtà e la psicologia: l'essere umano è la porta per l'Oltre, e nello spazio trova eterni varchi per l'Essere Vasto e senza forma che, attraverso un'altera geometria, sogna una forma impossibile per misurare l'infinito. In chiusura, il Dizionario lovecraftiano: un agile repertorio filologico dei termini ricorrenti nell'intera opera di HPL, da The Call of Cthulhu a The Dunwich Horror, da History of the Necronomicon a At the Mountains of Madness, fino ai risolutivi The Haunter of the Dark e The Night Ocean.