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Una città di Antico Regime e gli archivi delle sue chiese e dei suoi monasteri, le reti urbane di scrittura imbastite da amanuensi, scrivani, priori e monache sono l'oggetto di questo libro, che intreccia la storia degli archivi e della documentazione con la storia intellettuale. Fra girandole di carte, dispute secolari e "guerre formali", gli archivisti notai furono i custodi di un sapere professionale urbano, a partire da quando Alessandro Canobbio impresse il suo metodo sui complessi documentari veronesi. Un corpus di fonti sinora trascurate dalla storiografia, come gli inventari d'archivio, i cartulari d'età moderna, le "cronache con documenti", i laconici elenchi di priori e di badesse, ha disvelato un mondo vivace di scrivani al lavoro. Al centro di questa storia vi sono le forme e i significati dei documenti, la loro autenticità e gli uomini che li hanno prodotti e conservati nei secoli centrali dell'Antico Regime.