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"Nell'opera di Lu Xun, la poesia è come un filo di seta sottile e tenace, intrecciato agli altri fili più evidenti e consistenti della narrativa e della saggistica, un filo che accompagna tutto l'itinerario creativo, dai primissimi anni degli studi a Nanchino e in Giappone, fino all'ultimo inverno a Shanghai, nell'ora buia sfiorata dal presagio dell'alba, quando già vedi 'le stelle dell'Orsa toccare l'orizzonte'. Lu Xun ha sempre considerato - o meglio, ha sempre dichiarato di considerare - la sua produzione poetica come marginale, occasionale, o troppo intima per essere offerta, tranne casi rarissimi, in lettura al vasto pubblico. Si è sempre schermito, anche sul terreno teorico, come profano in fatto di poesia. In realtà, se le sue poesie non costituiscono un corpus imponente (e il suo non è certo un canzoniere), se egli si è espresso in versi irregolarmente e quasi sollecitato dall'occasione, per lui neanche la poesia è mai semplice esercitazione letteraria o gioco elegante." (dall'introduzione di Anna Bujatti)