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Correva l'anno di grazia 1490. In Italia il profumo del Rinascimento si sentiva ovunque... Un anno rutilante di cultura e di idee, di bellezza, per dirla in breve. Che già a gennaio registra un fatto degno di nota e fonte di stupore: viene rappresentata, alla corte milanese degli Sforza, la prima opera teatrale a noi nota con la scenografia di Leonardo. Passerà alla storia come la Festa del Paradiso. Un intrattenimento o forse qualcosa di più, con i testi del poeta Bernardo Bellincioni, allora noto e ben remunerato oltre che sodale di Leonardo. Un evento che era stato ideato per esplicita richiesta del Moro in onore di Isabella d'Aragona, sposa di suo nipote Gian Galeazzo Sforza. Le ipotesi che Luca Garai offre in questo libro rendono appunto ragione al lavoro del grande Leonardo, un artista e un inventore sommo che non guardava ai generi e alla loro presunta nobiltà. Anche la Festa in questione, indipendentemente dalle ragioni, fu per lui un'occasione per esprimere se stesso, di dialogare con la natura e la scienza attraverso le sue macchine, per mostrare il paradiso ai viventi. Prefazione di Armando Torno.