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"Se dovessi individuare nelle liriche di Bondì non un tema conduttore, ma un vero e proprio protagonista, direi che è il mare. Non l'acqua in generale, abusata metafora esistenziale, mezzo per realizzare suggestivi momenti estetizzanti piuttosto il mare come sfondo paesaggistico di cui vengono illuminati i tratti attraverso rapide pennellate [...] Per tale presenza il testo si pone sul filone della modernità sulle orme di poeti quali Gozzano, Montale, Ungaretti, le cui voci sembrano di continuo potenziare quella del nostro autore, in un insieme polifonico, mescolandosi e producendo qualcosa di rinnovata, seducente suggestione.[...] La serenità del poeta nell'affrontare i grandi temi della vita nasce, io credo, dalle molte letture degli auctores greci e latini che ogni tanto sembrano emergere da un mare di voci con cui peraltro non creano alcuno stridente contrasto tanto profonde sono le radici della memoria classica. [...] L'aver tanto letto e con passione traspare da ogni verso della raccolta per cui mi viene spontaneo chiudere questa pagina introduttiva con la citazione di Costantino Kavafis posta in esergo da Bondì al suo libro, parafrasandola leggermente: "guardò così fissa la bellezza/ che se n'è riempito lo sguardo." (dalla prefazione di Marisa Squillante)