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"[...] Viene usata una tecnica di nascondimento, di ellissi del fatto, che quasi per intrinseca necessità qui precede la scrittura e vi resta implicito. Si tratta di una sorta di ruminazione, che non vorrebbe, fin dove è possibile, dare conto di quanto è all'origine di una riflessione-riflesso. Non vuole dire (non subito) a cosa alluda un certo dettaglio, un certo sguardo appuntato sulla pagina. Una voce ventriloqua? Una voce che eccede nella sprezzatura fino a creare l'enigma? [...] Luisa Pianzola con 'Il ragazzo donna' sigilla una sua forte e originale poetica. Parla con brevi frasi che non conoscono speranza ma, ciò nonostante [...] si aggirano tra gli oggetti quotidiani, tra la gente, e soprattutto tra le idee. Queste a loro volta, prima di essere affidate alla pagina - mentre i fatti restano occultati e lontani dalla scena - subiscono un processo di scarnificazione e lima. Procedimento attuato con pazienza e perfezione [...] in un clima di calma piatta che copre e precede il respiro della burrasca." (dalla presentazione di Piera Mattei)