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Considerato il capolavoro di Cecco d'Ascoli, "L'Acerba" è un poema in sesta rima, rimasto incompiuto all'inizio del V canto dopo la condanna al rogo di Cecco "per errori contro la fede". Raduna dati astronomici, astrologici, alchimistici e naturalistici, di origine per lo più araba, che Cecco contrappone alla "falsa" scienza della Commedia dantesca e soprattutto all'esigenza totalizzante di derivazione tomistica, che quell'opera anima e pervade.