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Una "immersione in qualcosa di torbido e di scomposto" e al contempo "una cadenza che non permette di degradare la luce dei pensieri": così Dante Maffia ci presenta l'opera prima di Mugnaini, poeta inquieto ed eretico, "cosciente di dovere scandagliare le misure celesti per ricavarne indicazioni non di conforto, ma di speculazione".