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Se la poesia è "pratica erotica del mondo", come annotava Maria Zambrano, e la parola poetica nasce "dall'ustione" del mondo, la scrittura critica è narrazione di due esistenze (quella del poeta e quella del critico) che si incontrano nel testo, grazie al testo, oltre il testo, per rivivere l'esperienza stessa che lo ha generato. Solo così si realizza una lettura amorosa capace di metterci di fronte al perturbante che è nella lingua poetica, ed è anche nel poeta (anche in noi). Per fare questo sono necessarie parole acuminate, sorprendenti e fragili; parole capaci di dar voce alle ossessioni, ai traumi e mancanze, così come alle gioie intraviste e perdute che hanno fatto sì che la vita vissuta si sia fatta lingua poetica. Leggere amorosamente un testo poetico, dunque, è come "incontrare uno straniero" e per conoscerlo occorre sguardo penetrante, orecchio attento e intuizione vigile. Tutto questo accade nei dieci saggi che compongono questo libro.