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Tutta l'opera di Isabella Vincentini è attraversata da un motivo ricorrente. Questo motivo non è solo una ripetizione o un filo conduttore. E qualcosa di più arcaico: è un'ossessione scolpita nella pietra, che ci guarda da millenni. E assume le voci, i suoni, i colori di una terra precisa. Questa terra è la Grecia. Ed è soltanto la Grecia. Non un generico sfondo antico, ma la storia greca, gli dei greci, il mare greco, l'alfabeto greco. Tutto viene sentito attraverso questa presenza. Sentito & giudicato. Ogni vicenda quotidiana ha un nome greco e un giudizio greco. E questo costituisce il tono, veramente unico, di questo libro. Un tono che intreccia sempre il diario personale all'origine mitica o al suo allucinato ritorno tra le ore e i giorni di oggi. In continuazione appaiono ulivi, isole, vele, scudi, vesti di lino, oracoli, antiche korai e antiche battaglie. Battaglie che un tempo fondarono una civiltà e che ora fondano una qualunque storia d'amore per le strade di una città contemporanea.