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Nel secondo dopoguerra gli indirizzi internazionali e nazionali in materia di protezione del patrimonio e del paesaggio si sono progressivamente spostati da una logica di tutela passiva fondata sul riconoscimento di valori in prevalenza estetici o strettamente ecologici ad una valorizzazione dei significati identitari di beni culturali e paesaggio come espressioni della culture locali e al tempo stesso patrimonio universale. Dietro la spinta delle nuove sensibilità ambientali e sociali maturate nel tornante storico degli anni Settanta, la centralità dei cittadini nelle politiche di conservazione e valorizzazione è cresciuta, ponendo nuovi problemi. Il libro guarda ai processi di patrimonializzazione nel territorio ibleo, analizzando le rappresentazioni paesaggistiche e la produzione delle retoriche identitarie che hanno supportato la progettualità degli ultimi decenni, non senza strumentalizzazioni e produzioni di stereotipi.