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Solo e sofferente, Rilke confida residue gioie ed estremi tormenti alla giovane istitutrice ginevrina Antoinette de Bonstetten affidandosi al "ritmo libero delle intermittenze epistolari". La prima lettera risale al 7 marzo 1924, l'ultima è del 27 ottobre 1926 - scritta due mesi prima di spegnersi per leucemia nella clinica elvetica di Valmont. Collocati fra "Les roses" (1924) e i "Vergers" (1926), questi "fiori" si rivelano preziosi per illuminare la conclusiva maturazione del grande poeta. Quella che lo condurrà ai versi definitivi scolpiti sulla propria lapide: "Rosa, oh pura contraddizione, gioia / d'essere il sonno di nessuno, sotto tante / palpebre".