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La strega è ciò che minaccia "il potere maschile, ne mette in discussione il dominio e la narrazione: fuori dalle regole della comunità, usa il corpo e la sessualità, vive in relazione con altre 'diverse' come lei, vittima nei secoli di chi detiene il potere, eppure sempre presente, risorgente sotto altre spoglie. È l''altra' per definizione rispetto alle donne pensate dagli uomini: nera o bianca, giovane o vecchia, bellissima o spaventosa, vergine etero o omosessuale, soccorrevole o malvagia, e irregolare, ribelle, sovversiva". Un'alterità, spesso scomoda, che indica anche una differente strada per l'Antropocene che va compiendosi: un rapporto diverso con la natura, con i saperi non ufficiali, attività di mutuo aiuto e confronto, comunità orizzontali in assenza di gerarchie, pratiche convivialiste. Ciò che molte autrici femministe fin dagli anni Settanta hanno provato a indicare come vie possibili per una diversa antropologia e per una differente ecologia. Tra le tante scelgo di nominarne soltanto una, a cui sono particolarmente debitrice per un concetto che anche nel volume viene ripreso: quello di Gilania. Riane Eisler, antropologa statunitense ma di provenienza europea, ci ha offerto una prospettiva preziosa e innovativa, una visione che chiede di assumere responsabilità condivise in una visione non solo egualitaria, ma anche e soprattutto mutuale, gilanica. Il discrimine tra androcrazia e gilania è proprio il modo in cui si interpreta e si esercita il concetto di potere: potere come sostanza da conseguire e applicare a proprio vantaggio causando danni, di qualsiasi tipo, ad altr* nel primo caso; potere come responsabilità condivisa volta al sostentamento e al benessere collettivo nel secondo, quello che le streghe cercavano di mettere a disposizione. Una prospettiva che cambia il paradigma dominante di capitalismo tecno-nichilista, per mettere al centro l'essere in comunità, l'essere mutualmente in relazione, in collaborazione gli uni e le une con altr*, nella cura reciproca. Il volume ha il pregio di porre l'attenzione su un capitolo della storia che contiene una tra le mistificazioni più eclatanti e atroci, ma che ha anche forte eco nell'oggi. Rileggere quel passato, dunque, aggiunge uno sguardo utile e necessario anche per comprendere meglio il presente, le contemporanee cacce alle streghe e le attuali forme di stregoneria. Nuove cacce alle streghe, forse, ci attendono e la parola 'strega' è ancora utilizzata come insulto, ma negli ultimi decenni l'immaginario delle giovani generazioni si è molto arricchito di saghe fantascientifiche e fantasy, manga e narrazioni immaginifiche che hanno spesso proprio delle streghe come protagoniste, in vicende che in molti casi hanno al centro una Terra minacciata da catastrofi e un'umanità da salvare. Ecco che allora le streghe, sotto altre vesti o altri nomi, tornano a volare, magari non su scope di saggina ma "surfando sulle piattaforme informatiche, trasformando i corpi e la sessualità, occupando le strade delle metropoli globali in nome di un futuro sostenibile. Raccontate da serie Tv e pellicole sul grande schermo, dai videogiochi e dell'arte, le nuove streghe sono ibride e metamorfiche, sapienti e creative. Sono consapevoli di avere radici antiche eppure si muovono nella blogsfera. Ma anche in presenza e in relazione perché sanno che solo insieme nella rete del femminismo globale, e nell'operare quotidiano fanno davvero paura". Un femminismo globale che comprende donne, femmine, persone trans, soggettività non binarie... ma anche maschi bianchi cisgender eterosessuali, che fanno del loro privilegio non uno strumento di potere, ma motivo e occasione di riflessione, messa in discussione di sé e delle istituzioni patriarcali violente. Una rete di alleat* per decolonializzare luoghi, dinamiche e saperi, che riconosce l'eredità delle streghe per volare verso altri e più equi mondi possibili. (dalla prefazione di Cristiana Ottaviano)