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"Mario Rondi, poeta e scrittore "bergomensis natione non moribus", da tempo corteggia una Musa satirica nel suo senso più etimologico di "mista" e mescidiata di umori diversi e contrastanti, che dagli esordi molto sperimentali, volti all'esplorazione del linguaggio, con 'Corpo & poesia' del 1979, s'è andata negli anni progressivamente convertendo verso una rappresentazione sempre più attenta alla molteplicità delle occasioni private e pubbliche della vita: dai tormenti autoreferenziali dell'io, più o meno dolente e perplesso (penso a 'Il nastro della fuga') a una sorta di "celebrazione" e messinscena giocosa ed "eroicomica", ai limiti del burlesco e grottesco, quale è quella che si registra nelle raccolte più recenti (a cominciare da 'Il mondo alla rovescia' e via via a 'Cabaret', fino a 'Un mondo di stramberie'), come a dire che ha riversato nella scrittura, non solo in versi (è autore anche di notevoli prove narrative), tensioni e pulsioni personali per approdare a una visione della vita, metaforicamente trasposta sub specie animale e vegetale nel grottesco sulfureo di questo irridente, medioevale triumphus Mortis". (dalla prefazione di Vincenzo Guarracino)