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"È sulla metà degli anni Cinquanta che Erminio Maffioletti attinge al suo linguaggio maturo. Non è precocemente raggiunto, dunque, quel primo traguardo toccato dal pittore, che era nato a Bergamo nel 1913, e che già nel '37 era a Parigi (nel tempo stesso, tra l'altro, in cui si teneva nella capitale dell'arte mondiale l'Esposizione Internazionale, dove il padiglione della Repubblica Spagnola ospitava Guernica di Picasso e la Monserrat di Julio González, destinate ad aprire tante strade rispettivamente alla pittura e alla scultura degli anni a venire). Maffioletti - proprio come i suoi sodali Birolli e Morlotti, quegli stessi mesi anch'essi a Parigi - non ne intese per allora la portata innovativa; prese atto invece di una precedente inflessione dell'arte francese, che - dopo che la sùbito successiva parentesi romana contribuì ad orientarne le scelte verso una dimensione espressionista dell'immagine - muoveva da Daumier e giungeva a esplicarsi pienamente in Rouault." (F. D'Amico)