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Nella fragile società d'inizio millennio, un corpo di un'intera generazione è richiamato in servizio, "civile": venuti alla luce, dopo l'ultima (?) guerra in un mondo che volevano cambiare (tra sogno e lotta, tra io e noi, inventori immaginanti di nuovi modi di essere), ora madri di madri, padri di padri si trovano impegnati a presenze sempre più diffuse nella tessitura di irrimediabili e necessari legami tra generazioni. L'idea estiva di riflettere sul ruolo educativo di nonne e nonni nell'attuale complessa situazione sociale, economica, culturale, si trasforma - tra Università di Bergamo e territorio - in una ricerca per rintracciare le forme con le quali questa generazione sta inventando - inaspettatamente forse anche per sé - l'essere nonne/i qui e ora, proprio quando il limite del tempo a disposizione si accorcia. Si indaga tra numeri e fenomeni, si cominciano a incontrare i volti e ascoltare le narrazioni di centinaia di uomini e donne impegnati/e a non lasciar perdere un'occasione di ri-nascita, di ri-mettersi in gioco, per cominciare un'altra volta l'esperienza di tornare "da capo", stando vicini a chi diventa grande. Rigenerarsi appunto.