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Nonostante siano i taccuini di uno scrittore che godette di una fama molto vasta e che continua a far parlare di sé, non si tratta, questa volta, di pagine limate e sudate in uno sforzo formale. Senza negare che vi si trovino, qua e là, sprazzi di poesia, i diari italiani di Hector Malot rimasti purtroppo a questo stadio originario non hanno subito la sorte pressoché costante di tanti altri appunti, rifatti pazientemente a tavolino e divenuti, in alcuni casi, veri capolavori. Tuttavia, questo loro stato di scritti perfettibili non toglie nulla all'interesse che possono suscitare nel lettore moderno. Uno scrittore popolare, come Malot, come poteva reagire di fronte al mito e al fascino dell'Italia? Quello che fece fu di grande importanza per noi ed è racchiuso, emblematicamente nascosto, in questa misteriosa testimonianza. Perché, quando Malot stende il suo sguardo sulla storia, lascia il segno; e perché la sua vocazione di scrittore non poté ignorare le sensazioni squisite raccolte, la cui genesi poetica già s'intravede in questi taccuini.