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Gerlando Montevago, di origini siciliane, arriva per la prima volta nella sua vita in un paesino dell'interno dell'isola per risolvere una questione d'eredità con un vecchio zio, fratello di suo padre, e qui viene a conoscenza di una serie incredibile di avvenimenti che hanno per protagonista una giovane mahara, una strega, morta in modo misterioso nel 1936. Le rivelazioni, fatte dallo zio Alfonso, riguardano suo padre, Ferdinando Montevago, detto Fefè, che dopo quegli avvenimenti abbandonò precipitosamente il paese senza più farvi ritorno. Il fatti del '36 si intrecciano continuamente con la narrazione dei giorni del presente, in una concatenazione di casualità degne del miglior Borges e della bizzarra vena fantastica di Pirandello, fino alla conclusione inaspettata e insospettabile, col passato che si avvita nel futuro e lo illumina di luce opaca, al di là di ogni determinismo razionalista.