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In questo libro l'autrice non racconta miti, ma esperienze quotidiane. Ma accanto ai sentimenti lirici fa comparire gli aspetti taglienti della realtà umana più prosaica. Queste pagine non hanno il sapore dolciastro della narrativa romantica; non sono avvelenate dal cupo pessimismo degli scrittori funesti. Lasciano decidere al lettore. L'impianto narrativo è evidentemente realistico: ricorda i tratti di quella civiltà precedente alla globalizzazione, quando le conoscenze, i lavori, gli spostamenti, tutto insomma, aveva una lentezza oggi irripetibile; quando si vivevano gli entusiasmi, giorno dopo giorno; o se ne riconoscevano gli amari tramonti nel corso di interminabili stagioni. Ognuna delle novelle ha un doppio finale, di senso contrapposto. Spetta al lettore scegliere quello che ritiene più appropriato.