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In questo volume sono pubblicate le prime quattro opere dell'"Eptalogia di Hieronymus Bosch", un fiore di sette opere ispirate alle tavole del pittore fiammingo, dove i sette peccati capitali sono migrati verso una delirante cartografia della morale; la ricerca del centro costituisce il motore di tutta l'indagine, disperata, sul divenire. Ogni testo dell'Eptalogia costituisce una sfida alle regole di una supposta civilizzazione in crollo verticale e un tentativo di sabotaggio del "sistema teatrale". "L'inappetenza" è una sorta di "aperitivo teatrale", un testo brevissimo per nove attori, sul desiderio sfrenato, ingabbiato nelle parole. "La stravaganza" è un anti-monologo dove tre sorelle gemelle, di cui una adottata alla nascita, vengono interpretate dalla stessa attrice, che spasima nel tentativo di scoprire quale di sé non sia autentica. "La modestia" è un cortocircuito narrativo ed emozionale, che racchiude due tempi, due storie, quattro interpreti sulla frontiera dell'identità. La modestia è un peccato, intimo: mentirsi sulle proprie potenzialità, per non doverne affrontare il limite. "La stupidità" è un road-movie teatrale che coinvolge in forma circolare diverse categorie professionali e non solo: un'opera sull'intelligenza, sulla mancanza d'intelligenza in un'epoca dove non c'è nessuno in grado di esserne testimone, di apprezzarla. Un delirio interpretativo sulla casualità e il fallimento.