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Attore, scrittore, regista, cantante, danzatore sufi, ricercatore universitario, iracheno di Bagdad, autoesiliato in Italia: un'esperienza di vita molto particolare, se non unica, si dispiega in questo libro di Kassim Bayatly con la forza delle cose esemplari. Dal racconto dei primi anni italiani alle prese con le difficoltà dei migranti, all'apprendistato universitario, dalla fondazione del Teatro dell'Arcano, agli spettacoli-rituali, la storia umana e teatrale dell'autore guarda alla feconda tradizione della ricerca di Grotowski e Barba, ma costruisce una personale via al teatro, fatta di esercizio quotidiano e spiritualità, di tecnica dell'attore e mistica del movimento, nei territori dei "corpi sottili" che ricongiungono ognuno a una realtà arcana della vita, più armonica, più profonda, forse anche più felice. Una biografia artistica ma anche un breviario per teatranti fuori dagli schemi, scritto da un teatrante che ha dimostrato concretamente cosa può essere un "ponte" tra mondi che qualcuno vuole ostinatamente tenere distanti.