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In questo libro vengono affrontate "sistematicamente", in prospettiva storica e dall'interno del lavoro artistico, la figura e l'attività del dramaturg. Mappe, orientamenti e crocevia storici accompagnano e disegnano le metamorfosi di una figura identificata con felice empatia artistica nell'attore ombra di un teatro che fa della capacità di trasformazione e di riviviscenza dei testi un punto di forza della propria identità. Dalla Germania all'area italofrancese, nella prima parte Claudio Meldolesi mette a fuoco epicentri, teorici e produttivi, del lavoro del dramaturg, indagandone principi operativi e fattori generalizzanti, con particolare attenzione ai risultati che fanno storia, dal lavoro di Heiner Müller su Brecht, a quello di Carrière per Brook. Lo stesso procedimento accompagna l'analisi del polo italiano. Anche qui, esempi e risultati che hanno fatto - e fanno - storia (basti pensare al binomio Gerardo Guerrieri-Luchino Visconti). Nella seconda parte Renata M. Molinari propone gli snodi del percorso personale che l'ha fatta dramaturg a partire dall'esperienza del teatro di gruppo degli anni Settanta. Non una autobiografia, ma l'evolversi di una "consapevolezza di mestiere", attraverso l'ascolto della scena, l'incontro con i maestri e la pratica con i compagni di creazione artistica, primo fra tutti Thierry Salmon. Le schede dedicate a singoli spettacoli sono cosi occasione per mettere a fuoco principi di lavoro, domande teoriche e logiche operative di questa professione.