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Volto simbolo del neorealismo italiano, interprete di personaggi indimenticabili, attrice amatissima da registi e pubblico, Anna Magnani non è soltanto un'icona immortale del cinema ma anche una straordinaria protagonista della scena teatrale novecentesca. Dagli anni di formazione nella Scuola "Duse" agli esordi con la compagnia di Niccodemi, dai palcoscenici di prosa alla rivista, le tappe di un lungo apprendistato teatrale le consentono di sperimentare il proprio talento attraverso generi differenti e sodalizi irripetibili, sino alla svolta del 1945: è l'anno di Roma città aperta, si spalancano definitivamente le porte del grande schermo, esplode il caso internazionale di "Nannarella". In teatro l'attrice tornerà soltanto nel 1965, dieci anni dopo la sua ultima apparizione, diretta da Franco Zeffirelli nei panni tragici della Lupa. A partire da questo spettacolo, alla vigilia di un anniversario importante come il centenario della morte di Giovanni Verga, indagare l'incontro tra la poetica attoriale di Anna Magnani e il personaggio irregolare e affascinante di gnà Pina, attraverso il lavoro registico di Zeffirelli, significa interrogarsi su molteplici questioni, a partire dal profondo e originario legame che ha prepotentemente connesso la vicenda umana e artistica di "Nannarella" al mondo del teatro, del quale l'attrice non ha mai smesso di sentirsi parte.