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E se tutto ciò che presumiamo di conoscere fosse solo una proiezione della mente? Una proiezione di abitudini consolidate da retorici eventi e da reiterate azioni? Se così fosse, sarebbe sufficiente porsi semplici domande per interrompere il ciclico ripetersi dell'apparente conosciuto. Domande semplici come quelle dei bambini alle quali spesso non sappiamo rispondere. E allora compiamolo questo atto rivoluzionario che ci permetta di costruire la nostra consapevolezza al riparo dai venti dell'oblio, poniamoci quelle domande e cerchiamo le nostre risposte, ma non le risposte che ci hanno insegnato a dare, bensì quelle che riusciremo a trovare. Non importa quanto ci vorrà, l'importante è innescare il processo con l'autentico coraggio di dubitare. Tutto ciò che abbiamo vissuto fino ad ora potrebbe essere parte del viaggio che abbiamo pianificato noi stessi fin dall'inizio. Possiamo decidere di affrontare le prossime tappe o di rimandarle a un altro viaggio. Ma possiamo anche decidere di cambiarle.