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Il romanzo ha per protagonista Francesco Condorelli, chirurgo e patriota catanese. La narrazione tratta della Sicilia preunitaria a cominciare dal 1837, quando Catania fu colpita dal colera. L'epidemia accese la rivolta antiborbonica appoggiata anche dai nobili catanesi, ma quando questi ebbero sentore dell'immediata risposta di Ferdinando II tradirono il popolo, accusandolo dei disordini. Seguirono anni di durissima repressione, tanto che al sovrano del Regno delle Due Sicilia fu dato l'appellativo di Re Bomba. Quando finalmente si arrivò alla proclamazione del Regno d'Italia, Francesco Condorelli si accorse che il nuovo corso iniziava nel modo peggiore. In quegli anni avvennero due infamità: L'uccisione di Emanuele Notarbartolo, e lo scandalo della Banca Romana. L'ormai vecchio patriota che aveva sacrificato la sua vita tra carcere ed esilio, prese atto di aver sprecato la sua gioventù. Preannunciava una Sicilia come terra di mafia, di corruzione e di miseria umana.