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Pubblicato nel 1854, ampliato e continuamente aggiornato nell'arco di sedici edizioni, "Il bello musicale" è il testo rivoluzionario che determina lo spartiacque tra vecchia e nuova musicologia e che ha dato inizio all'estetica musicale moderna. Tradizionalmente considerato un "formalista", una lettura più attenta mostra che Hanslick in realtà è un complesso bacino di confluenza alimentato dal Kant della Critica della facoltà di giudizio e dallo Hegel dell'Estetica, come da Hoffmann e da Vischer. Hanslick, in quest'opera, mette in questione lo statuto dell'opera d'arte musicale nella sua autonomia e nel suo valore, formulando un nuovo orizzonte concettuale che ha aperto la cultura musicale novecentesca e appare ancora oggi vitale, e conduce una martellante critica dell'antica idea che la musica "debba esibire sentimenti" che influiscono sull'animo dell'ascoltatore, agisca insomma come una sorta di "oppio sonoro". Egli rivendica invece la necessità di una considerazione "estetica" e non psicologica della musica, che colga e valorizzi la specifica "bellezza musicale", che consiste nell'universo dei suoni e nella loro dinamica articolazione artistica come "forme sonore in movimento".