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Pubblicato nel 1986, "La destituzione filosofica dell'arte" costituisce uno dei maggiori contributi della cultura angloamericana all'estetica del secondo Novecento. In quest'opera, Danto elabora una della storia dell'arte di matrice hegeliana, il cui motore di sviluppo viene identificato nell'aspirazione dell'arte stessa a trovare la propria essenza. Tappa decisiva dell'itinerario criticofilosofico dell'autore, questo libro affronta, intorno al nucleo teorico della "fine dell'arte", anche altri problemi cruciali dell'estetica contemporanea, quali l'apprezzamento e l'interpretazione delle opere d'arte, il rapporto della filosofia con la letteratura e dell'arte con il testo, fino a intrecciare l'arte e la sua storia con la teoria darwiniana dell'evoluzione.