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«Il vasto lavoro filosofico compiuto da Schleiermacher negli anni della sua maturità è andato incontro, come è noto, ad una sorte editoriale complessa e in generale poco felice. Schleiermacher, che di professione era innanzi tutto teologo, tenne corsi universitari su quasi tutte le discipline filosofiche, dalla storia della filosofia alla dialettica, dalla etica alla pedagogia, dalla ermeneutica all'estetica. Tali corsi vennero più volte ripetuti, da un minimo di tre volte come accadde per l'estetica e la pedagogia ad un massimo di otto e anche nove volte, come avvenne per l'etica e l'ermeneutica. Per i suoi corsi Schleiermacher redigeva, ovviamente, degli appunti, in forma più o meno frammentaria, e più o meno estesa, e tali appunti venivano poi integrati, e spesso anche interamente riscritti, in occasione dei corsi successivi. Sappiamo che Schleiermacher progettò abbastanza presto di dare alle stampe per lo meno la sua etica e la sua dialettica, ossia le due discipline fondamentali del suo sistema filosofico: ma nessuna opera filosofica in cui egli rielaborasse i frutti dalla sua riflessione matura trovò mai la via delle stampe. Così Schleiermacher, che a poco più di trent'anni aveva pubblicato due scritti che avevano attirato su di lui una certa attenzione, i Discorsi di Religione e i Monologhi, che nel 1803 aveva scritto una Critica delle dottrine morali professate fino ad oggi (opera per altro faticosissima e assai poco frequentata anche dagli studiosi), e che in campo teologico aveva dato alle stampe due testi fondamentali (un avviamento allo studio della teologia e una dogmatica in due volumi) lasciò tutta la sua speculazione filosofica matura in uno stato frammentario e nel quale è difficile orientarsi.» (Dalla Presentazione di Paolo D'Angelo)