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Da Renzo Ricci a Jerzy Grotowsky, da Pulcinella al Teatro Povero: questa è la traversata teatrale compiuta da Alberto Canetta (1924-87), attore e regista che dopo la gavetta milanese approda nella Svizzera Italiana, dove sarà impegnato nella compagnia di prosa radiofonica per trent'anni. Accanto a questa attività, Canetta tenta a più riprese di fondare formazioni indipendenti: dal sogno di un teatro stabile per la città di Lugano (1961-67), all'impegno sperimentale con un gruppo di studenti (1970-83), fino ad approdare a un minuscolo spazio sotterraneo nel Palazzo dei Congressi di Lugano (il Teatro La Maschera, nato nel 1984), Canetta attraversa - in una posizione provinciale ma nient'affatto di ripiego estetico - le tappe fondanti del teatro novecentesco, sempre più attratto dalle utopie del Terzo Teatro eppure fedele all'artigianato attoriale e alla preminenza del testo. A vent'anni dalla scomparsa, questo saggio analizza la carriera e l'estetica di Canetta, uomo di teatro irrequieto e idealista, a cui si devono alcune opere di assoluto valore. Questa ricerca, promossa dalla Società Svizzera di Studi Teatrali (SGTK/SST), è il volume n. .68-2007 della collana Schweizer Theaterjahrbuch (Annuari del teatro svizzero) ed è corredata da un DVD - a cura delle Teche RTSI - contenente radiodrammi originali e filmati d'epoca.