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Improvvisamente, durante un soggiorno in Tunisia, Lorenz Hatt ha una vertigine. Viene ricoverato e scopre che la sua vita è appesa a un filo: il suo cuore può cedere da un momento all'altro in modo irreparabile. Rientrato in Svizzera, sente ormai vicina la fine e in attesa che sia disponibile un cuore sano per il trapianto, il filo della speranza si identifica sempre più con il filo del racconto (in prima persona): all'auto-auscultazione del cuore malato si alterna così il ricordo di una vita segnata da un matrimonio naufragato e dalla morte di un figlio bambino. Ma anche lo slancio fantastico rappresentato dalla fiaba di un re malato e di una fanciulla che gli sacrifica la propria vita.