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Composto in pochi mesi e terminato nell'ottobre del 1950, "L'età verde" è la storia di un personaggio realmente vissuto, uno studente di legge che morì suicida dopo il fallimento della finanziaria di cui era presidente. Il romanzo, con movenze quasi naturalistiche e da studio "in vitro", segue passo a passo la breve parabola esistenziale del protagonista, nella sua apparente aspirazione a diventare un grande finanziere e attraverso l'esperienza drammatica della guerra. Ma "gli influssi della guerra e dell'epoca non mutano la natura fondamentale degli esseri umani" dice Mishima. "Lo scontro tra la loro natura e l'epoca si risolve a volte positivamente, a volte negativamente". Ecco dunque che, al di là della sua struttura rapida e serrata di "falso romanzo d'azione", di "racconto di gesta eroiche autenticamente falso", come il suo stesso autore lo definisce, "L'età verde" rivela a una lettura attenta un'ambizione ben maggiore: quella di cogliere, e di portare alla luce, il segreto della formazione di un essere umano. A Mishima, "un insostituibile amico e un Maestro più giovane", il Premio Nobel Yasunari Kawabata ha dedicato il commosso ricordo che chiude questo volume. Con una nota dello stesso Mishima.